Giorgia era sicura che stesse avendo un infarto. Il suo cuore batteva più forte di quanto avesse mai fatto prima. Gli faceva male il petto e il dolore si irradiava verso il braccio sinistro. Si sentiva tremante. Mentre cercava di concentrarsi su ciò che gli stava accadendo, il mondo diventava distante e irreale. L’ansia crebbe. Giorgia è andata al pronto soccorso. Lì, una serie di test non è riuscita a rivelare la causa dei suoi sintomi. Un secondo attacco si verificò pochi giorni dopo e ancora non fu trovata alcuna causa fisiologica. In poco tempo, gli attacchi di panico divennero parte della vita di Giorgia.

COS’È IL DISTURBO DI PANICO?

Gli attacchi di panico sono caratterizzati da un’ansia crescente e travolgente. All’inizio, coloro che ne soffrono sono raramente in grado di identificare ciò che li ha resi ansiosi, descrivendo gli episodi come accaduti “all’improvviso”. Tra i sintomi più comuni ci sono mancanza di respiro, battito cardiaco accelerato, palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento, dolore toracico, nausea e vertigini. Le persone sviluppano una sensibilità acuta a queste sensazioni e spesso fanno diversi viaggi al pronto soccorso prima di rendersi conto che i loro sintomi sono legati al panico.

Pensieri come la paura di morire o di avere un esaurimento nervoso sono comuni. Anche una lieve ansia può scatenare un attacco e qualsiasi emozione disturbante può essere interpretata come un precursore del panico vero e proprio.

A poco a poco, la paura di subire un attacco in pubblico porta la persona che ne soffrono a evitare quei luoghi, un disturbo noto come agorafobia. I problemi nelle relazioni, che potrebbero essere stati la fonte originaria dell’ansia, peggiorano quando si sviluppano episodi di panico. Aumenta la difficoltà con l’autoaffermazione e con la risoluzione dei conflitti. Amici e partner sono spesso frustrati perché non riescono a capire cosa sta succedendo.

Fortunatamente, il disturbo di panico può essere trattato con successo, spesso con una combinazione di psicoterapia e farmaci. Ma chi soffre di panico si rivolge sempre di più al restorative yoga poiché la sua pratica permette di equilibrare il sistema nervoso.

PERCHÉ È ESSENZIALE IMPARARE AD EQUILIBRARE IL SISTEMA NERVOSO?

L’uomo è dotato di un sistema innato di difesa: il sistema nervoso autonomo che si attiva di fronte ad un segnale di pericolo per prepararsi a combattere o a fuggire. Quando la risposta “fight or flight” si attiva, i muscoli si contraggono, il respiro si accelera per portare più ossigeno al sangue, il battito cardiaco aumenta per favorire l’afflusso di sangue verso i muscoli e si suda per raffreddarli.

La teoria polivagale di Stephen Porges (1994) attribuisce all’attacco di panico una reazione di iperarousal del sistema nervoso dovuto ad uno squilibrio funzionale tra il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico regolato dal nervo vago. Significa che la funzione lenitiva del sistema nervoso parasimpatico non è più in grado di opporsi all’ansia per aiutarci a ritrovare la calma.

Quando ci rilassiamo in una postura di restorative yoga per almeno venti minuti, il sistema nervoso parasimpatico diventa dominante.  Ciò consente al nostro corpo di ritrovare il suo equilibrio fisiologico: la frequenza cardiaca e respiratoria diminuiscono, i muscoli si rilassano, la respirazione diventa più profonda,…

La pratica regolare di restorative yoga permette di rafforzare i circuiti neurali per il rilassamento e calmarci quando siamo alla presa con sensazioni fisiche spaventose che accompagnano gli attacchi di panico. Con la ripetizione, questi nuovi circuiti neurali diventano più forti, più maturi. Dopo, sono in grado di competere con i circuiti neurali più reattivi. Con la pratica, si impara ad utilizzare il sistema nervoso parasimpatico di fronte ad una forte reazione emotiva come l’attacco di panico.

UNA PRATICA PER PREVENIRE E ALLEVIARE GLI ATTACCHI DI PANICO

Una posizione come Salamba Balasana è particolarmente indicata in caso di attacco di panico. Permette di stimolare il sistema nervoso simpatico grazie alla pressione della coperta a livello della pancia e della fronte sul bolster. Potete proseguire il vostro rilassamento con un savasana pancia in giù pagina 128 del mio libro Restorative Yoga, ritrova la calma, gestisci ansia, rabbia, depressione (Ed. Mediterranee).

Credit foto: Carlo Cattadori

Controindicazioni:

  • ernia del disco,
  • problemi alle ginocchia.

Accessori necessari: un tappeto, un bolster, un cinghia, tre mattoni, quattro coperte, un cuscino per gli occhi e un foulard.

Esecuzione:

  • Preparate un bolster e avvolgetelo con una cinghia molto stretta. Su un tappeto da yoga, posizionatelo nel senso della lunghezza su due mattoni: il mattone situato nella parte superiore del bolster sarà in posizione verticale, leggermente inclinato, in orizzontale quello situato nel mezzo, anch’esso inclinato leggermente. Si otterrà così una posizione inclinata di quarantacinque gradi.
  • Aggiungete lungo il bolster una coperta piegata due volte nel senso della larghezza e un mattone su cui sedervi.
  • Inginocchiatevi e, se necessario, aggiungete una coperta sotto gli stinchi e lasciate che i piedi sporgano dal bordo.
  • Prima di inclinarvi sul bolster, sistemate tra le costole fluttuanti e le articolazioni delle anche una coperta piegata tre volte nel senso della larghezza. Questa stringerà strettamente il bacino come una cintura kimono con il nodo posizionato sulla schiena e vi aiuterà a calmarvi.
  • Per coprire gli occhi, potete usare una sciarpa inserita sotto al viso. Mettete un cuscino per gli occhi sulla parte posteriore del collo per aiutarlo a rilassarsi.
  • Inserite le mani su ciascun lato del corpo tra la cinghia e il bolster. Gli avambracci devono essere paralleli al secondo bolster e le spalle rilassate.
  • Per mantenere la simmetria della postura, arrivati a metà della pratica, non dimenticate di girare la testa dall’altro lato.

Durante il rilassamento

  • Abbassate leggermente il mento verso il petto e respirate in modo naturale attraverso il naso. Focalizzate poi la vostra attenzione sul ventre e sul bacino. Usate la vostra capacità di visualizzazione e immaginate di portarvi il vostro respiro. Quando inspirate, l’aria entra attraverso la schiena nella parte posteriore dell’ombelico. L’addome e l’intero bacino si riempiono di aria. Quando espirate, l’aria esce dalla parte anteriore, all’ombelico. Ad ogni inspirazione, rilassate l’intero bacino, la pancia e la parte bassa della schiena e ad ogni espirazione, sentite il bacino e la pancia posarsi completamente sui supporti.
  • Rilasciate tutte le tensioni salendo lungo la colonna vertebrale, quindi immaginate di respirare tra le scapole. Quando inspirate, sentite l’aria entrare nello spazio tra queste e quando espirate la sentite uscire attraverso il cuore.
  • Lasciate che tutta la colonna vertebrale si rilassi sul bolster come se lo steste abbracciando. Mentre vi abbandonate totalmente sul bolster, rilassate completamente i glutei, la parte posteriore delle gambe e la pianta dei piedi. Abbandonate ogni sforzo su ciascun lato della vita e lungo le gambe, fino alle caviglie; poi dentro l’inguine e il bacino e dentro le gambe fino al collo del piede.
  • Man mano che vi lasciate sostenere dal terreno, permettete al vostro respiro di diffondersi attraverso il corpo. Osservate la vostra colonna vertebrale cullata dalle sue onde. Consentite al respiro di sollevarvi da ogni tensione.

Per uscire dalla postura :

Scaduto il tempo, ritornate consapevoli delle sensazioni di contatto con il suolo e con gli accessori e, quando vi sentite pronti, potete riprendere la posizione seduta appoggiandovi sulle mani.

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Per leggere sull’argomento: il libro Restorative Yoga, ritrova la calma, gestisci ansia, rabbia, depressione (Edizioni Mediterranee).