Anche prima del Covid, dei lockdown e delle lezioni online, tanti insegnanti di yoga si sentivano già isolati. Pochi colleghi con cui chiacchierare a pranzo per condividere le proprie esperienze e difficoltà. Poco tempo di pausa per riflettere sulla propria pratica. Sebbene sia il lavoro più bello del mondo, insegnare lo yoga può essere un lavoro solitario che grava solo sulle nostre spalle. Sicuramente ci ispiriamo dagli insegnamenti dei nostri maestri, da ciò che possiamo leggere o praticare. Ci formiamo regolarmente su diverse temi e pratiche yogiche, ma non abbiamo un luogo in cui discutere e lavorare sulle nostre relazioni con i nostri allievi e colleghi.

Sfortunatamente, non siamo così resilienti, imparziali e competenti come pensiamo. Nessuno lo è! È per questo motivo che la maggior parte delle professioni di aiuto richiede una supervisione. Il nostro, no, purtroppo!
In qualità di coach e di insegnante di yoga, mi impegno con i miei clienti e allievi a lavorare costantemente per migliorare la mia pratica ed essere nella migliore posizione possibile per esercitare la mia professione. In particolare ho un luogo di supervisione che attivo regolarmente e che utilizzo anche per decifrare alcuni rapporti didattici con i miei allievi.

Le mie varie esperienze professionali mi hanno dimostrato che ci sono momenti in cui non riusciamo a comprendere fino in fondo una situazione o un problema: ci sono dei “punti ciechi”. Abbiamo anche noi delle zone di oscurità. A volte siamo troppo coinvolti emotivamente, altre volte siamo attivati ​​da un’alliev* e non siamo in grado di ascoltarlo. A volte stabiliamo troppi limiti, a volte non abbastanza. Il luogo del mentoring ci permette di prenderne consapevolezza.

Come insegnanti di yoga, accompagniamo persone che ci trasferiscono un certo numero di affetti, sentimenti o impulsi, positivi o negativi. Anche noi possiamo provare sentimenti nei loro confronti secondo la loro problematica. Questo fenomeno si chiama controtransfert. Come insegnanti, dobbiamo imparare a individuare le nostre reazioni in modo che non interferiscano con il nostro lavoro. Se proviamo un eccesso di simpatia o di fastidio nei confronti di un’alliev*, è fondamentale mettersi in discussione. Perché se ci lasciamo sopraffare dai nostri stessi sentimenti, non riusciamo più ad ascoltare il nostro allievo. Sta a noi trovare sempre la giusta distanza.

Il Covid ha aggiunto una dose extra di complessità. Le nostre vite sono più incerte che mai. C’è un’enorme offerta sul mercato dello yoga che può rendere difficile definire la nostra identità e far crescere la nostra attività. I nostri allievi stanno lottando contro stati di ansia e di depressione. Eppure, facciamo sempre più fatica a fermarci e la trasformazione della professione in atto ci isola sempre di più.

Allora, dove possiamo ottenere il supporto di cui abbiamo bisogno per lavorare in modo da aiutare noi e i nostri allievi ad essere sani e felici?

La risposta è il mentoring! È un potente mezzo per sviluppare le nostre competenze professionali. Complementare alla formazione, permette a ciascuno di interrogarsi, di fare un passo indietro, di mettere da parte i propri dubbi, le proprie domande e di andare avanti verso l’esercizio della propria professione di insegnante con maggiore coerenza e integrità.

Esistono due tipi di mentoring:

  • Il mentoring individuale: sono incontri individuali con il tuo mentor programmati con una frequenza regolare che ti permetteranno di avere uno spazio protetto dove poter discutere dei tuoi dubbi e e delle tue incertezze legati alla tua attività. Questo spazio ti permetterà di recuperare energia, di essere più potente nell’affermare la tua identità di insegnante.
  • Il mentoring di gruppo:  è un programma di incontri, solitamente mensili, organizzati in gruppo centrato sulla tua professione di insegnante di yoga, sul rapporto con i tuoi allievi, sullo sviluppo della tua attività per esercitare la tua professione con più coerenza, integrità e successo. Il mentoring di gruppo ti permetterà di condividere preoccupazioni comuni, di renderti conto che non sei l’unic* ad attraversare certe difficoltà. Il lavoro di gruppo è potente, in particolare in termini di risorse energetiche per ciascuno dei suoi membri. Ti consentirà anche di costruire le basi di una rete di colleghi su cui potrai affidarti nel futuro.

In entrambi i casi, il mentoring ti consente di professionalizzare e migliorare le tue pratiche. Dovrebbe essere parte integrante di tutti i programmi di formazione di yoga, nonché una parte fondamentale del sviluppo professionale continuo di ogni insegnante di yoga.

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