Possiamo allontanarci dal mondo, sia dai nostri problemi personali che dai tempi in cui viviamo. Ma quando li affrontiamo con presenza, possiamo usare questi stessi problemi come un percorso verso una connessione più profonda con il Sé.

Questo mondo caotico, con la sua miriade di crisi ed incertezze, sembra non fermarsi mai. Questo disagio collettivo che proviamo tutti sta diventando estenuante. Può essere una sfida portare la nostra consapevolezza all’interno quando gli eventi esterni sono tumultuosi e spaventosi.

Ma quando abbiamo bisogno di ispirazione, possiamo pensare alla sofferenza vissuta da Thich Nhat Hanh durante la guerra del Vietnam, alla sua fuga e alla sua vita in esilio. Possiamo pensare a Nelson Mandela e alla sua lotta per porre fine all’apartheid in Sud Africa e gli abusi e incarcerazioni che ha vissuto per 27 anni. Ognuno di loro aveva una profonda connessione interiore con il silenzio.

Il sollievo e la liberazione non avvengono quando ruggiamo come un leone, anche se questo può aiutare. La vera liberazione si verifica quando iniziamo a creare uno spazio più ampio all’interno, da cui osservare l’angoscia e le sue sensazioni fisiche. Questo significa essere a disagio, dire di sì all’emozione che è presente dentro di noi senza estraniarci o distrarci, accoglierla semplicemente come una mammà lo farebbe.

Se ci lasciamo sentire le cose più difficili con un cuore aperto, il nostro cuore rimarrà aperto per provare anche le cose più belle: il piacere di ballare, di sentirsi amati, di fare delle escursioni nella natura, di condividere dei momenti con i nostri figli,…

Essere equilibrati emotivamente non significa sentirsi sempre felici. Si tratta di sentire tutti i nostri sentimenti e permettere a loro di muoversi attraverso di noi.

Per poter farlo, abbiamo bisogno di silenzio. Le neuroscienze ci insegnano che ci sono tre tipi di silenzio con cui riconnettersi. Il primo riguarda l’assenza di rumore, che fa ricrescere i nostri neuroni. Il secondo è l’immobilità che stimola il nostro sistema nervoso parasimpatico. Il terzo è la scoperta del silenzio interiore, che non significa calma mentale, ma oscillazione regolare che dobbiamo accettare senza cercare di riempirla con delle distrazioni. La pratica del restorative yoga ci offre questo viaggio silenzioso. Ci permette di rigenerarci e ritrovare noi stessi. Questa pratica è una delle più importanti oggi perché come disse Lao Tzu, è nel silenzio che l’uomo trova il suo destino.

Potrai trovare qui sotto un rilassamento guidato. Puoi scegliere tra la versione audio oppure quella scritta! Buona pratica!

CHECK-IN – 5 MINUTI

  • Mettitii nella postura più comoda per te: siediti sull’angolo di una o più coperte oppure sdraiati su un tappetino da yoga con le ginocchia piegate in modo da sentire la tua spina dorsale in contatto con il pavimento. Questa posizione dà un senso di radicamento ulteriore. Puoi appoggiare le mani sull’addome: i palmi delle mani l’uno sopra l’altro o tenuti di fianco, come preferisci. Respira profondamente alcune volte. Porta l’attenzione al punto di contatto tra le tue mani e il corpo e immagina che questo punto di contatto sia come una porta di accesso alla tua coscienza interiore profonda.
  • Respira naturalmente attraverso il naso e poniti queste domande: “Sono all’interno del mio corpo? In che misura lo sono? Qual è il grado di presenza nel mio corpo?”
  • Valuta il tuo livello di energia: sei piena/o di energia oppure ti senti vuota/o?
  • Osserva anche l’attività della tua mente. I pensieri si fondono e scompaiono rapidamente come sono apparsi? Spesso, una mente veloce significa che l’ansia sta crescendo. Se sei ossessionata da qualcosa, notalo. Se pensi a qualcosa di diverso da quello che stai facendo, notalo pure.
  • Senti dell’agitazione nel tuo sistema nervoso? Spesso lo saprai perché sentirai come un ronzio difficile da spegnere.
  • Nota se hai dei dolori o delle tensioni fisiche.
  • Porta ora la tua consapevolezza a livello dell’addome, il tuo secondo cervello. Identifica le eventuali tensioni addominali.
  • Osserva i muscoli della tua mandibola e rilasciali.
  • Osserva anche il tuo stato emotivo, le emozioni che stai vivendo nel momento come la paura, l’ansia, la tristezza oppure la frustrazione.

SUPTA BADDHA KONASANA – DA 20 A 25 MINUTI

Questa posizione è ideale per accogliere le nostre emozioni. In questa postura, ci sentiamo aperti, profondamenti sostenuti, liberi e confortati.

Accessori necessari: un tappeto, due o tre mattoni, due bolsters, quattro coperte e un cuscino per gli occhi.

Credit foto: Carlo Cattadori

Esecuzione

  • Inizia sistemando sul tappetino da yoga, su due mattoni, un bolster nel senso della lunghezza: il mattone situato nella parte superiore del bolster sarà in posizione verticale, leggermente inclinato, in orizzontale quello situato nel mezzo, anch’esso inclinato leggermente. L’obiettivo è quello di ottenere una posizione inclinata a quarantacinque gradi.
  • Sulla parte superiore del bolster aggiungi una coperta standard piegata a due strati: il più alto per sostenere la testa e la settima vertebra cervicale e quello più in basso per sorreggere le spalle.
  • Siediti davanti al bolster con le gambe distese e poi sdraiati. È importante non lasciare spazio tra il bacino e il bolster per sostenere al meglio la parte bassa della schiena.
  • Piega le ginocchia, unisci le piante dei piedi, con le ginocchia ai lati del bolster nella posizione della farfalla. Inserisci un secondo bolster sotto le ginocchia. Solo se hai a disposizione un bolster rettangolare, inserisci un mattone sotto di esso. Tieni presente che la parte interna delle cosce deve essere rilassata e non allungata, è infatti importante fornire un supporto sufficiente alle cosce in modo da non allungare i legamenti sacro-iliaci anteriori.
  • Avvolgi i bordi della coperta lungo il collo, la testa e sotto le spalle, per sentirti supportata/o.
  • Metti le mani rilassate sul ventre e sostieni i gomiti e le braccia con l’aiuto di due coperte arrotolate sistemate ai lati del tronco.
  • Copriti, posa un cuscino sugli occhi e rilassati per 20 minuti.

Durante il rilassamento

  • Senti le mani sul ventre che ricevono il tuo respiro. Prendi un momento per assicurarti di essere nella posizione più comoda possibile. Se necessario, cerca di regolarla.
  • Respira naturalmente attraverso il naso e dirigi lo sguardo verso le aree del corpo che vengono a contatto con gli accessori. Inizia dalla parte posteriore della testa e prova il piacere di essere accarezzata/o dalla coperta: dietro le orecchie, ai lati del collo, alle spalle. Senti ora tutta la parte posteriore dei polmoni e del cuore supportata dal bolster.
  • Porta la tua attenzione alla parte bassa della schiena e senti il sostegno del bolster che ne segue perfettamente la curva.
  • Osserva come i glutei poggiano sul pavimento. Lascia che le gambe si rilassino completamente sul bolster. I piedi sono appiattiti l’uno contro l’altro e appoggiati sul pavimento. Lascia che il corpo si arrenda completamente agli accessori per rendere la tua respirazione ancora più libera.
  • Poi riconosci mentalmente: “È un momento di sofferenza”.
  • Ripeti con il pensiero questa frase più volte, fino a quando non penetra nei tuoi tessuti. Quindi afferma mentalmente: “Tutti gli esseri umani hanno questi momenti di sofferenza”.
  • Inspira ed espira attraverso il naso, identifica poi in quale parte del corpo senti questa sofferenza. Ad esempio, potresti avvertirla nel petto o anche nel ventre.
  • Prendi un momento per sentire tutte le sensazioni fisiche dell’emozione. Percepisci in essa ciò che chiamiamo gli “elementi fisici”. La terra (durezza o morbidezza), l’area (calma o movimenti   vibratori), il fuoco (temperatura) e l’acqua (coesione o fluidità), a volte anche il colore e la consistenza.
  • Senti anche le emozioni strettamente intrecciate come la paura, la tristezza, la nostalgia, la rabbia, la frustrazione. Nomina con il pensiero ognuna di loro.
  • Consenti alle immagini di apparire liberamente.
  • Chiedeti quali sono le tue convinzioni e i tuoi atteggiamenti al riguardo.
  • Poi usa la tua capacità di visualizzazione e immagina di portare il tuo respiro in quella zona per nutrire quello spazio per alcuni minuti.

Per uscire dalla postura

  • Al termine del rilassamento, riacquista gradualmente consapevolezza dell’ambiente circostante facendo respiri profondi. Quindi, espirando, porta al centro prima un ginocchio e poi l’altro, girati di lato, rimanendo sempre sul bolster.
  • Soltanto quando ti senti pronta/o, riprendi la posizione seduta.

CHECK-OUT – 5 MINUTI

  • Puoi appoggiare le mani sull’addome e poniti questa domanda: Qual è il grado di presenza nel mio corpo adesso?
  • Valuta il tuo livello di energia.
  • Osserva anche l’attività della tua mente.
  • Senti dell’agitazione nel tuo sistema nervoso?
  • Nota se hai dei dolori o delle tensioni fisiche.
  • Porta ora la tua consapevolezza a livello dell’addome. Cosa ci stai provando adesso.
  • Osserva anche il tuo stato emotivo, l’emozione che stai vivendo nel momento presente.
  • Osserva con curiosità e compassione le eventuali differenze rispetto all’inizio della pratica.

 

Per approfondire l’argomento: il libro Restorative Yoga, ritrova la calma, gestisci ansia, rabbia, depressione (Edizioni Mediterranee).

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