Lo Yoga Nidra non è solo una tecnica ma piuttosto uno stato di coscienza che è considerato come molto vicino, se non identico al quarto stato di coscienza.

Secondo la filosofia dello Yoga, ci sono tre stati di coscienza quotidiani: la veglia, il sogno e il sonno. Ce n’è anche un quarto: Turiya, che è l’esperienza della pura consapevolezza, uno stato che ricorda il Samadhi, l’obiettivo finale dello Yoga.

Lo Yoga Nidra si pratica generalmente immobile nella posizione di Savasana, cioè sdraiato a terra, la spina dorsale appoggiata sul pavimento. Vengono utilizzati pochi accessori di Yoga, generalmente solo una coperta per proteggersi dal freddo.

Il Restorative Yoga è secondo la definizione della sua pioniera, Judith Hanson Lasater «un rilassamento attivo che usa accessori per creare delle posture facili e comode che facilitano il riposo e la salute”.

Ci sono in totale circa trenta posture in questa pratica in cui l’allievo rimane immobile e sostenuto. Durante una lezione, l’insegnante comporrà una sequenza da 3 a 5 posizioni tenute da 5 a 20 minuti ciascuna. Saranno scelte in base ai bisogni degli allievi (come per esempio stimolare l’energia fisica, la produzione di ormoni, favorire la circolazione sanguigna all’interno e intorno ad un organo, calmare o riequilibrare lo stato energetico). A differenza dello Yoga Nidra, il Restorative Yoga ha quindi un impatto diretto sul corpo oltre a quello esercitato sulla mente.

L’insegnante di Restorative Yoga aiuterà i suoi allievi a creare un nido dove riposare e rigenerarsi. Un po’ come la mamma uccello che vola in cerca di tutto ciò che riesce a trovare per creare un nido e proteggere i suoi piccoli. Nel Restorative Yoga utilizziamo tanti accessori per sostenere e nutrire il corpo in profondità e permettergli di ricevere il riposo di cui ha veramente bisogno.

Patanjali nel sutra 46 del capitolo 2 degli Yoga Sutra ci aveva già invitato all’immobilità e alla comodità: Sthira Sukham Asanam. Spesso lo interpretiamo nello Yoga dinamico come mantenere una posizione attiva per alcuni respiri con facilità. Questo sutra ha invece un significato molto più profondo. Ci invita a riposare nella calma e la tranquillità. Quando ci riposiamo profondamente in questo stato meditativo, la nostra mente diventa più calma e sperimentiamo la nostra vera natura poiché non siamo più concentrati sull’esterno. Possiamo allora assaporare la beatitudine del Samadhi, questo quarto stato di coscienza.

Lo Yoga Nidra e il Restorative Yoga ci portano a questo stato di coscienza in modi diversi.

Lo Yoga Nidra può essere considerato come una pratica ipnotica con una procedura di accompagnamento molto specifica che include una preparazione, un ancoraggio, una risoluzione, una rotazione della coscienza, una coppia di opposti, una visualizzazione, una suggestione post-ipnotica e un tornare allo stato di allerta.

Nel Restorative Yoga, l’accompagnamento avviene soltanto nei primissimi minuti di rilassamento. L’insegnante proporrà all’allievo di portare la sua conscienza sul momento presente oppure sul respiro. Poi l’allievo rimane immobile nel silenzio. Diventa libero di vivere il proprio viaggio interiore. Tutte le stimolazioni sensoriali sono ridotte per facilitare questo stato di ritiro dei sensi chiamato Pratyahara. La coscienza si porta verso l’interno e nulla la disturba. La mente si calma e il silenzio interiore si instaura.

Infatti i riferimenti preistorici dello Yoga Nidra in India non parlano di una tecnica specifica ma trattano di una metafora. Nidra è la Dea del sonno. Brahma la implora di risvegliare Vishnu, il protettore dell’universo che è in un sonno profondo per combattere i demoni che minacciano il mondo. Questa metafora mette in evidenza il potere del sonno. Senza di esso, gli dei diventano anche loro impotenti.

Abbiamo tutti bisogno di rilassarsi e riposarsi. È un bisogno fisiologico troppo spesso sottovalutato nella nostra società e queste due pratiche lo mettono al centro.

SAVASANA VERSIONE RESTAURATIVA – 20 MINUTI

Credit foto : Carlo Cattadori

Accessori necessari: un tappeto, due o tre mattoni, un bolster, quattro coperte e un cuscino per gli occhi.

Esecuzione:

  • Sedetevi sul tappetino con le ginocchia piegate davanti a voi e i piedi appoggiati sul pavimento.
  • Posizionate sul tappeto dietro di voi una coperta standard piegata su due piani: il più alto per sostenere la testa e la settima vertebra cervicale e il più basso per sorreggere le spalle.
  • Posizionate su due mattoni un bolster sotto le ginocchia. Copritevi le gambe con una coperta.
  • Sdraiatevi sulla schiena e allargate le braccia ai lati del corpo con un angolo di quarantacinque gradi. Appoggiate i gomiti sul pavimento e i palmi delle mani rivolti verso il corpo. Potete apporre contro ciascuna delle braccia una coperta standard arrotolata nel senso della larghezza, per sentirvi circondate/i e contenute/i.
  • Su un’espirazione, posizionate sull’area dell’ombelico una coperta quadrata piegata in due per rilassare la pancia e la parte bassa della schiena.
  • Regolate i bordi esterni di una coperta lungo il collo e la testa. Questo aiuta a mantenerli in una posizione stabile e supportata.
  • Copritevi completamente, chiudete gli occhi e posatevi un cuscino. Portate lentamente il mento verso il petto. Rilassatevi da 25 a 30 minuti nel silenzio e l’immobilità.

Per approfondire l’argomento: il libro Restorative Yoga, ritrova la calma, gestisci ansia, rabbia, depressione (Edizioni Mediterranee).

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