La società attuale è dominata dalla velocità, dall’accelerazione del tempo e dai suoi ritmi frenetici. Il confronto con il tempo occupa buona parte della nostra vita, è diventato una delle nostre principali preoccupazioni ed esercita su di noi una vera pressione quotidiana: è uno dei fattori significativi di stress che dobbiamo affrontare giornalmente. Senza che ce ne rendiamo conto, combattiamo una battaglia perpetua contro il tempo, perdendo la nostra connessione con il nostro essere profondo e con gli altri.
Le nuove tecnologie dell’informazione, in particolare internet e il cellulare, hanno accentuato l’idea che ci siamo fatti del tempo. Tutto va più veloce, tutto accade all’istante. Il momento di tregua non esiste più.
Come liberarci da questa sensazione di non avere mai abbastanza tempo e migliorare l’uso di quello che abbiamo a nostra disposizione?
Non si tratta di ritirarsi dal mondo, nemmeno di ridurre drasticamente le attività che vogliamo svolgere. Non occorre cercare modi per risparmiare tempo ricorrendo ad un’organizzazione più efficiente. Basta diventare più consapevoli del nostro rapporto con il tempo e stabilire una routine quotidiana che ci aiuti ad assaporare la nostra vita. Questo approccio, radicato nella filosofia yogica descritta negli Yoga Sutra di Patanjali – in particolare i concetti di studio di sé (svadhyaya) e di non attaccamento (aparigraha) – può portarci ad un’armonia più profonda con il tempo e permetterci di essere sempre più presenti in ogni momento.
SVADHYAYA
Il primo passo è svadhyaya, lo studio di sé, uno dei principi etici dello Yoga. Si tratta di esaminare i comportamenti e le convinzioni che modellano il nostro rapporto con il tempo, facendo un inventario delle attività che occupano le nostre giornate. Questo ci offre un’idea dei valori che sono alla base delle nostre abitudini. Ci permette anche di prendere coscienza della differenza tra i nostri ritmi naturali e il ritmo del mondo che ci circonda. La sua realizzazione ci insegna cosa è sano, quali sono le attività da mettere a fuoco, quelle che dovremmo delegare o tralasciare.
Iniziate il vostro studio personale ponendovi le seguenti domande:
- Quali sono le attività che mi occupano generalmente nelle ventiquattr’ore?
- Le attività principali a cui dedico la maggior parte del mio tempo mi nutrono oppure mi sembrano obbligatorie?
- Soddisfo i bisogni degli altri prima dei miei per paura del loro risentimento? Non riesco mai a dire di no?
- Quali sono le attività che potrei delegare ma che preferisco tenere per me per non perdere il controllo?
- Quanto tempo spreco inutilmente per fare cose poco importanti (tempo trascorso su internet, sui social network)?
- Quando immagino di avere più tempo a disposizione, cosa mi piacerebbe fare?
Mentre pensate alle vostre risposte, iniziate ad identificare le attività che sono intrinsecamente importanti per voi, individuando il ritmo più compatibile con la vostra natura.
APARIGRAHA
Una volta che abbiamo riflettuto sull’uso del nostro tempo, conosciamo meglio le nostre priorità, e il nostro ritmo naturale, siamo pronti ad esplorare il principio yogico di aparigraha, di non attaccamento. Aparigraha ci insegna a non aver più bisogno di produrre, ottenere o acquisire sempre di più. Questo ci motiva a mollare la presa su un risultato materiale o misurabile. Spesso, prima di iniziare una sessione di Restorative Yoga, la mente è molto ansiosa e concentrata sulla quantità di cose da fare. Ma una volta iniziata la pratica, la preoccupazione scompare e le sensazioni corporee del rilassamento appaiono. Questa pausa genera una sensazione di fluidità e di facilità, alimenta la creatività e migliora la capacità produttiva. Il rallentamento, paradossalmente, risulta produttivo! Più mobilitiamo le energie per raggiungere i nostri obiettivi, più rischiamo di esaurirci e di fallire! Quando invece “lasciamo andare”, rimaniamo nel presente e approfittiamo del tempo che abbiamo, tutto funziona meglio.
Durante la giornata possiamo introdurre diverse pratiche che permettono di rallentare. Il loro scopo è di aprirci al momento presente concentrando l’attenzione su noi stessi e sfruttando tutti i periodi di transizione. Se riusciremo a non restare intrappolati nei vecchi samskara e nelle vecchie abitudini, impareremo a godere del momento presente e vivremo molti momenti lieti.
Facciamo alcuni esempi:
Tra due compiti: fate una pausa aparigraha. Correre da un compito all’altro senza prendere un momento per vivere la sensazione del completamento contribuisce solo all’illusione che nulla è mai abbastanza. Quando avete finito qualcosa, prendete un momento per sentire il senso del completamento e l’energia del non attaccamento. Inspirate e immaginate di indossare la vita e l’energia positiva. Durante l’espirazione, lasciate andare ciò che avete realizzato.
Prima del lavoro: prendetevi un momento per salutare i vostri cari. Guardateli negli occhi e sentite quanto li amate e quanto siete fortunati di averli nella vostra vita. Rilassatevi e respirate quando vi fermate a un semaforo, oppure fate una breve deviazione attraverso un parco. Decidete di assaporare anche i compiti più ingrati della vostra giornata, imponendovi di pranzare senza fretta.
Di ritorno a casa: trascorrete circa venti minuti in una postura di Restorative Yoga come Savasana per riconnettervi con il vostro essere profondo. È anche un ottimo modo per godersi il silenzio.
SALAMBA SAVASANA:
Accessori necessari: un tapetto, un bolster, cinque coperte e un cuscino per gli occhi.
Esecuzione:
- Sedetevi sul vostro tappeto con le ginocchia piegate davanti a voi e i piedi appoggiati sul pavimento. Coprite le gambe con una coperta.
- Posizionate sul tappeto dietro a voi una coperta standard piegata a due piani: il più alto per sostenere la testa e la settima vertebra cervicale e il più basso per sostenere le spalle. I bordi esterni della coperta devono essere avvolti attorno al collo e alla testa. Allo stesso modo, piegate i bordi esterni della coperta sotto le spalle.
- Sistemate un bolster sotto alle ginocchia (le rotule sono posizionate al centro del bolster) e una coperta arrotolata sotto i tendini di Achille. Distendetevi sul dorso e sistemate le braccia ad un angolo di quarantacinque gradi ai lati del corpo. Posate i gomiti a terra e i palmi delle mani girati verso l’alto. Potete appoggiare gli avambracci e le mani su delle coperte quadrate, ai lati del corpo. I polsi si posano sulla seconda piega della coperta e un lembo della stessa copre le mani per accarezzarle.
- Copritevi completamente e posate sugli occhi un piccolo cuscino per isolarvi dalla luce.
- Rilassatevi per 20 minuti nel silenzio e l’immobilità.
Alla fine del vostro rilassamento, notate il livello di presenza nel vostro corpo e la profondità della vostra respirazione.
Per approfondire l’argomento: il libro Restorative Yoga, ritrova la calma, gestisci ansia, rabbia, depressione (Edizioni Mediterranee).
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